venerdì 10 luglio 2009

...ali di libertà




Le domande che riguardano da dentro ciascuno di noi la condivisione del futuro che proviamo a immaginare, in uno dei modi nei quali potrà essere, servono a provare a mettere a confronto le risposte, mai univoche, molteplici a volte quanto le istanze dalle quali sorgono e vengono poi alla luce...







...ali di libertà
Spazio Aperto... intervento a tema di Alfio Maria Fiamingo

Chi ha letto il percorso degli ultimi anni della politica - siciliana e non - sa che questo che viviamo nei giorni di adesso è il punto di chiusura di un cerchio aperto dall'intelligenza delle cose, dalla capacità di guardare oltre il contingente, da quello sguardo verso il futuro che ha saputo accompagnare il filo di conduzione che Gianfranco Micciché ha inteso svolgere, nel tempo, in quella che altre volte ho definito una tessitura finissima, per raggiungere gli obiettivi che nella sua mente sono sempre stati lucidamente presenti, spesso mal compresi - o non compresi affatto - da molti, così da rendergli contro i giudizi malevoli di certa stampa e di certe figure del mondo della politica; e anche di quella parte di elettori che avrebbero voluto, ancor più celermente di quanto è accaduto, vedere i risultati che, invece, soltanto un abile disposizione delle mosse - sulla scacchiera di un quadro altrimenti difficile da comporre - ha saputo realizzare.

La politica del fare. E la politica al servizio delle istanze espresse dal mondo della società civile. Scrivevo di un Berlusconi che per primo ha saputo credere nella visione di uno Stato che crea sviluppo, opportunità e risorse: da mettere a disposizione di tutti, ciascuno in base alle proprie potenzialità, secondo un criterio di distribuzione che abbia come presupposto essenziale la parità di accesso in un ambito che sappia tener conto del merito, mai assistenzialista. Tra i valori espressi da Gianfranco Micciché, nella concretezza, c'è questo modo imprenscindibile di fare politica, lo stesso che è stato altre volte definito come politica 2.0, nuova versione di un reset imposto dai tempi, come ha saputo esprimere di sé e raccontarci sempre la Storia, tutte le volte che qualcosa di veramente nuovo è emersa nel suo corso. La lettura dei fatti, oltre che la lettura delle intenzioni, riesce a rilevare l'importanza di questa che è una nuova pagina, chiara ma ancora tutta da scrivere. E, tuttavia, nonostante la loro evidenza, ancora troppe volte, anche e proprio in questi giorni, non risultante nelle analisi che vengono compiute sull'argomento.

La politica di sviluppo di un territorio, quale che sia, non può non partire da questa intuizione fondamentale, nella semplicità che sembra sottendervi, e decisiva per muovere verso altre forme di gestione e di condivisione del potere, inteso a supporto delle persone e del loro vivere. La tela di raro pregio che Gianfranco Micciché - nelle difficoltà che sono solite convivere con chi ha passione e voglia di lottare contro le posizioni acquisite e i privilegi - ha intessuto con precisa consequenzialità di disposizione degli accadimenti, è la manifestazione di come un nuovo assetto della politica sia possibile e realizzabile; ed è la base per reggere come elemento comune discriminante il confronto sul territorio delle variabili in cui - non prescindendo dalle diverse istanze - essere parte attiva di un processo di modernizzazione ed efficienza delle amministrazioni. Dal Parlamento nazionale a quelle locali. Molti, nonostante tutto, continuano a mostrare di non accorgersene. Si inizia sempre da qualcosa, è vero. Ma il Partito del Sud è la chiusura di un cerchio che, pure, ne apre uno nuovo.

Un Partito che sappia correlarsi col territorio, facendosi reale attore nell'interpretarne le esigenze e nel trovare le risposte, diverse secondo le caratteristiche di appartenenza, alle domande che alla politica prova a rivolgere, muove esattamente da questo denominatore di efficienza e di prospettiva di sviluppo. In questo, può agire nei vari ambiti regionali, anche per macroaree, connotando la sua presenza in relazione al suo essere flessibile nelle soluzioni e aperto nell'impostazione generale.

Ali di libertà. Se guardiamo indietro con serena attenzione al breve periodo, in Sicilia, è questo che appare senza ombre dell'azione politica di Gianfranco Micciché, certamente profondo conoscitore della nostra Isola, ma consapevole - a più ampio respiro - di nuove strade da voler condividere in altri ambiti, nel meridione. Ma a sostegno logico del suo percorrere, con successo per come sono andate le cose, la strada che inizialmente soltanto lui era riuscito a vedere, pur nella condivisione con altri leader - come ho scritto su questo stesso blog il 18 giugno, ben prima che altri nomi figurassero nella traccia di questo importante disegno politico - c'è sempre stata questa sua voglia precisa di una politica del fare e del servire, disponibile alla crescita e alla modernità, senza retaggi di vecchie logiche legate al potere e alla conservazione del potere.

Questa è la più importante tra le novità.

Questa è la rappresentazione del nuovo che dal laboratorio Sicilia può indirizzarsi verso la totalità delle regioni e delle aree che compongono il nostro Paese.

Nella ineluttabile prospettiva di una diversificazione delle risposte per venire incontro alle variabili che innescano le altrettanto diverse istanze proprie di ciascun territorio, negli anni a venire, non basterà essere un Partito di quel territorio. Servirà, piuttosto, essere un Partito per quel territorio, tra i tanti che potranno scegliere di trovarsi nelle intenzioni di fornire adeguate soluzioni amministrative alle esigenze specifiche di varia provenienza. La capacità di darsi una connotazione di valori e idee, in questo voler farsene interpreti, saprà raccontare della unicità di caratterizzazione di un Partito che, da quei valori e da quelle idee, saprà realizzare la sua azione politica, dando a ciascun'area la fruizione delle risorse delle quali necessita e promuovendone la valorizzazione territoriale e la prospettiva di sviluppo, anche dalle infrastrutture che riuscirà a rendere nella disponibilità di quella stessa area.

Così... Un'altra visione, ancora.

Da quello che potrebbe sembrare un punto d'arrivo, un nuovo e altro sguardo verso il futuro.

E' nel sentire di ciascuno il modo in cui prova a darsi un'immagine di come e cosa sarà nel divenire, più o meno prossimo. Io credo di non sbagliarmi nel ritenere che anche a questo, proprio in questi giorni di inizio di questa sua nuova creatura politica, stia pensando Gianfranco Micciché... Un Partito che non sia solo del Sud, ma che, nella connotazione che gli è intrinseca, sappia essere un Partito di valori e idee che sia reale protagonista nel rendersi autentico interprete delle specificità territoriali, da Nord a Sud. E', quali che siano i suoi intendimenti e i suoi sogni, qualcosa in cui credo, qualcosa che - come accade per le cose veramente importanti - prima o poi, indipendentemente dal tempo che servirà perché avvenga, sarà realtà imprenscindibile dei nuovi equilibri scaturenti dalla politica. In Sicilia, nei fatti, sta accadendo che - e non è la prima volta - il nuovo parte da qui. Nel modo in cui ho provato a scriverne questo pomeriggio d'estate, sarebbe ancora più nuovo e più denso di sviluppi futuri. Potrebbe essere la prima volta che io sia a sbagliarmi sulle intuizioni di Gianfranco. Ma più di qualcosa sembra dirmi che non è così.

Alfio Maria Fiamingo

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