C’è chi la passione per la politica c’è l’ha nel sangue e sin da piccolino, a seguito del papà o di un parente, ha respirato l’aria dei comizi e chi si lascia contagiare come me dalle preoccupazioni per il bene comune da un amico. Nel mio caso Cicco Dolce, allora forzista accanto all’ On. Musotto, candidato a sindaco di Cefalù. Tramite lui, allora Coordinatore cittadino di Forza Italia a Cefalù, arrivai ad essere responsabile del settore giovanile di Forza Italia nella mia città. Un periodo esaltante perché mi trovai insieme a persone che condividevano i miei stessi ideali. Varcare la soglia della sezione è un grande passo per gli aspiranti politici. Per me fu allora entusiasmante perché mi sono trovata in un mondo nuovo, grazie al quale percepivo di intervenire in modo concreto sulla realtà locale. E’ inutile nascondere che anche all’interno del mio partito ho incontrato notevoli difficoltà.
Io ho 27 anni e faccio politica attiva da 2 anni e mezzo; nel 2007 un giornale locale, “Cefalù News”, mi ha premiata come Giovane Politico dell’anno per l’impegno mostrato durante la campagna elettorale per le amministrative e per aver fatto interessare tanti giovani e donne alla politica, per aver fondato il Circolo della Libertà di Cefalù che oggi si compone di 109 membri scrupolosamente registrati all’Associazione Nazionale Circolo della Libertà.
Un impegno, il mio, che continua oggi in Azzurro Sicilia, circolo politico culturale fortemente voluto dall’Ass. Provinciale alle politiche giovanili, Eusebio Dalì, e sostenuto da Gianfranco Micciché. Circolo che affonda le proprie radici nell’autentica passione di ognuno di noi e vuol trasformare idee, propositi, obiettivi. Si occupa dell’attivazione nel territorio di progetti, che su esso possano avere una ricaduta positiva e che coinvolgano le energie e le professionalità dei giovani iscritti. Giornalmente affronta, con la forza e il coraggio delle idee, le tematiche che la società ci pone all’attenzione, intervenendo ad ogni livello di discussione, sempre come diceva Padre Pino Puglisi “con cuore puro, fiato lungo e mani pulite”.
La voglia di cambiare lo stato delle cose presente ti porta a cercare sempre più ragazzi che sentono la tua stessa esigenza. Ciò mi ha permesso di essere riconfermata Giovane Politico dell’Anno per il 2008.
Preciso che non ho sempre pensato alla politica come ad una cosa buona. Però la mia famiglia mi ha insegnato che se qualcosa non va, non ci si può solo lamentare ma rimboccarsi le maniche e lavorare perché essa migliori. Molti mi hanno detto che sarebbe stato meglio lasciar perdere oppure che ero troppo giovane. Effettivamente è strano che un giovane decida di dedicarsi seriamente alla politica seppur locale. Mi sento parte di una gioventù sana che non si perde nelle strade della droga e dello sballo, ma ha voglia di mettersi alla prova e di impegnarsi seriamente per migliorare le cose. Esistono molti come me che chiedono fiducia per poter dare il loro contributo alla comunità, sono convinta siano in molti, certo si sentono poco, forse perché non fanno chiasso come me nei giornali telematici, nei blogs, nelle manifestazioni ecc.. ma si impegnano silenziosamente negli sports, nello studio, negli oratori.
Io ho 27 anni e faccio politica attiva da 2 anni e mezzo; nel 2007 un giornale locale, “Cefalù News”, mi ha premiata come Giovane Politico dell’anno per l’impegno mostrato durante la campagna elettorale per le amministrative e per aver fatto interessare tanti giovani e donne alla politica, per aver fondato il Circolo della Libertà di Cefalù che oggi si compone di 109 membri scrupolosamente registrati all’Associazione Nazionale Circolo della Libertà.
Un impegno, il mio, che continua oggi in Azzurro Sicilia, circolo politico culturale fortemente voluto dall’Ass. Provinciale alle politiche giovanili, Eusebio Dalì, e sostenuto da Gianfranco Micciché. Circolo che affonda le proprie radici nell’autentica passione di ognuno di noi e vuol trasformare idee, propositi, obiettivi. Si occupa dell’attivazione nel territorio di progetti, che su esso possano avere una ricaduta positiva e che coinvolgano le energie e le professionalità dei giovani iscritti. Giornalmente affronta, con la forza e il coraggio delle idee, le tematiche che la società ci pone all’attenzione, intervenendo ad ogni livello di discussione, sempre come diceva Padre Pino Puglisi “con cuore puro, fiato lungo e mani pulite”.
La voglia di cambiare lo stato delle cose presente ti porta a cercare sempre più ragazzi che sentono la tua stessa esigenza. Ciò mi ha permesso di essere riconfermata Giovane Politico dell’Anno per il 2008.
Preciso che non ho sempre pensato alla politica come ad una cosa buona. Però la mia famiglia mi ha insegnato che se qualcosa non va, non ci si può solo lamentare ma rimboccarsi le maniche e lavorare perché essa migliori. Molti mi hanno detto che sarebbe stato meglio lasciar perdere oppure che ero troppo giovane. Effettivamente è strano che un giovane decida di dedicarsi seriamente alla politica seppur locale. Mi sento parte di una gioventù sana che non si perde nelle strade della droga e dello sballo, ma ha voglia di mettersi alla prova e di impegnarsi seriamente per migliorare le cose. Esistono molti come me che chiedono fiducia per poter dare il loro contributo alla comunità, sono convinta siano in molti, certo si sentono poco, forse perché non fanno chiasso come me nei giornali telematici, nei blogs, nelle manifestazioni ecc.. ma si impegnano silenziosamente negli sports, nello studio, negli oratori.
E’ per questi giovani che ho deciso di scendere in campo in politica.
Ultimamente mi sento fare sempre la stessa domanda: Credi che essere giovane sia davvero penalizzante, o che possa essere una risorsa in più per la res publica? Innanzitutto vediamo come i partiti guardano ai giovani: per loro sono una risorsa finché sono utili ai banchetti, nel mio caso per mandare a casa il governo Prodi, per far conoscere il programma elettorale di Silvio Berlusconi, per scegliere il nome del partito, nei volantinaggi o per i cartelloni... in pratica sono uno strumento. Arriva però il momento in cui il ragazzo cresce, e da strumento diventa concorrente, con una sua identità. Allora il partito ti relega in qualche movimento giovanile, nel mio caso il Circolo della Libertà, dicendoti che non puoi occuparti della vita politica in modo diretto. Non a caso la classe politica italiana è la più vecchia d'Europa, perché sistematicamente non viene dato spazio ai giovani. Per fare un esempio, quando con il Circolo della Libertà la mia notorietà aumentava poco a poco nel territorio madonita, il più grande ostruzionismo alla mia crescita arrivò dal partito stesso.
L'altro punto di vista è invece quello dell'elettorato, che al contrario ha voglia di puntare sui giovani perché mentre la classe politica attuale è vista come sporca, poco propositiva e aggrappata alla poltrona, il giovane non può già essere corrotto dal sistema e l'elettore ci scommette volentieri, soprattutto gli anziani. Affermo ciò alla luce dei tantissimi attestati di stima che ricevo a scendere direttamente in campo che arrivano nelle piazze virtuali e da gente che mi incontra per strada. Un giovane può fare moltissimo per la politica per il solo fatto che ha una vita davanti, ha anche interesse e attenzione per tutto ciò che riguarda il futuro. Consiglierei a un giovane che sente il bisogno di un impegno politico, ma non sa da che parte cominciare, per prima di cercare qualcuno che faccia la battaglia assieme a lui, perché oltre a darle un gusto del tutto diverso, ti rende anche più forte. In secondo luogo di mettersi in discussione. Perché se non trova qualcosa che lo rappresenta, e capita spesso, provi a creare qualcosa di suo. Infine di studiare i problemi chiave della politica contemporanea, formulare proposte, ma anche affinare l’eloquio, rilasciare interviste, imparare ad essere amabile e cordiale con tutti. L’apprendistato è davvero lungo. E’ proprio questo lungo apprendistato in sordina, la prova del fuoco per l’entusiasmo iniziale, fiamma che forgia l’uomo politico di domani. Concludo facendo un augurio di cuore alla politica giovanile. Che sia una politica più giovane e dinamica, attenta alle vere problematiche del mondo giovanile e non solo intesa quale pretesto per raccogliere voti alle elezioni.
Ultimamente mi sento fare sempre la stessa domanda: Credi che essere giovane sia davvero penalizzante, o che possa essere una risorsa in più per la res publica? Innanzitutto vediamo come i partiti guardano ai giovani: per loro sono una risorsa finché sono utili ai banchetti, nel mio caso per mandare a casa il governo Prodi, per far conoscere il programma elettorale di Silvio Berlusconi, per scegliere il nome del partito, nei volantinaggi o per i cartelloni... in pratica sono uno strumento. Arriva però il momento in cui il ragazzo cresce, e da strumento diventa concorrente, con una sua identità. Allora il partito ti relega in qualche movimento giovanile, nel mio caso il Circolo della Libertà, dicendoti che non puoi occuparti della vita politica in modo diretto. Non a caso la classe politica italiana è la più vecchia d'Europa, perché sistematicamente non viene dato spazio ai giovani. Per fare un esempio, quando con il Circolo della Libertà la mia notorietà aumentava poco a poco nel territorio madonita, il più grande ostruzionismo alla mia crescita arrivò dal partito stesso.
L'altro punto di vista è invece quello dell'elettorato, che al contrario ha voglia di puntare sui giovani perché mentre la classe politica attuale è vista come sporca, poco propositiva e aggrappata alla poltrona, il giovane non può già essere corrotto dal sistema e l'elettore ci scommette volentieri, soprattutto gli anziani. Affermo ciò alla luce dei tantissimi attestati di stima che ricevo a scendere direttamente in campo che arrivano nelle piazze virtuali e da gente che mi incontra per strada. Un giovane può fare moltissimo per la politica per il solo fatto che ha una vita davanti, ha anche interesse e attenzione per tutto ciò che riguarda il futuro. Consiglierei a un giovane che sente il bisogno di un impegno politico, ma non sa da che parte cominciare, per prima di cercare qualcuno che faccia la battaglia assieme a lui, perché oltre a darle un gusto del tutto diverso, ti rende anche più forte. In secondo luogo di mettersi in discussione. Perché se non trova qualcosa che lo rappresenta, e capita spesso, provi a creare qualcosa di suo. Infine di studiare i problemi chiave della politica contemporanea, formulare proposte, ma anche affinare l’eloquio, rilasciare interviste, imparare ad essere amabile e cordiale con tutti. L’apprendistato è davvero lungo. E’ proprio questo lungo apprendistato in sordina, la prova del fuoco per l’entusiasmo iniziale, fiamma che forgia l’uomo politico di domani. Concludo facendo un augurio di cuore alla politica giovanile. Che sia una politica più giovane e dinamica, attenta alle vere problematiche del mondo giovanile e non solo intesa quale pretesto per raccogliere voti alle elezioni.
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